Escursione ai Monti della Laga con la Lupus |
Mauro Bozzetti, che ha partecipato al soggiorno
ai Monti della Laga, ci ha inviato questo simpatico scritto che fa riferimento
alla bella esperienza vissuta con la Lupus.
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Tritoni al pesto del
lago di Pilato Escursione del diciotto e diciannove Ottobre 2008 |
Vai alla posta, paghi quei trenta euro sul
conto della Lupus in Fabula, che poi coi tempi che corrono non è
neanche chissà quale cifra, e sei iscritto per la gita sui Monti
della Laga, “una delle aree protette più estese e preziose
d’Europa”, sarà. Si viaggia col Landini, perché Flavio, con la borsa piena di responsabilità, quando va a prendere i pulmini argentati (scusate se, è) il Landini lo riconosce dalla targa, e noi si parte sempre con quello. E si arriva anche. C’abbiamo la guida con una sigla ufficiale, che però non ricordo, e che in effetti la sa lunga: vede una cacca sul sentiero e ti dice non solo l’animale, ma anche la dieta, lo stato psichico e il sesso. Raccoglie tre foglie e di una pianta che te credevi ci fosse solo quella specie lì, lui, dialetticamente, te ne fa tre distinte famiglie. Rigira la foglia e quelle pustolette schifose che ogni tanto avevo notato anch’io, diventano la comoda camera da letto dei prossimi moscerini. I rovi per esempio, tu dici pungono e basta, ma no, sono la recinzione dei futuri alberelli che come adolescenti alla prima gita scolastica escono all’aperto per sentire l’aria che tira nel bosco. E i lupi, guardate che uno dice I lupi sono solo nelle favole, con Andrea Pelegrini – che cognome è – sono lì che ti guardano da sopra la collina, sono vivi e soprattutto buoni. In effetti, quando viaggi con la Lupus, la bontà sembra essere una proprietà più animale che umana, anzi l’homo sapiens sapiens (evidentemente la prima sapiens non bastava) ne esce sempre mortificato, giustamente è. Alla sera nessuno si permette di dire di che specie è la sua fame,
ci alimentiamo felici con quei cinque o sei vegetariani che in effetti
hanno più ragione loro di noi. Poi si parla di chimica, di filosofia,
Kant e l’agnosticismo, e il giorno dopo di Popper e della falsificabilità,
Matteo che non si perde una discussione, Flavio felice che va tutto bene.
Jaegermeister! Il giorno dopo, lunghissimo come il precedente, arriviamo su un prato
che sembra un alpeggio dolomitico, ci sono diversi laghetti e in uno di
questi riusciamo a vedere i famosi tritoni: Andrea li prende in mano,
fosse solo li bacerebbe. Hanno quattro zampine, mollicci e carini. Sì,
anche i nostri sentimenti si fanno natura. Mauro Bozzetti |
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